Luciano De Crescenzo, “Così parlò Bellavista” (1984).
Dustin Hoffman, “Lenny” (Bob Fosse, 1974).
Diego Abatantuono e Monica Vitti, “Scusa se è poco” (Marco Vicario, 1982).
Thierry Toscan, "Il vento fa il suo giro" (Giorgio Diritti, 2005).
Vittorio Gassman, "I nuovi mostri" (Monicelli/Risi/Scola, 1977).
New Radicals - You Get What You Give È una malattia di questi ultimi tempi. Credo che le cause siano d’origine morale. Alla gran maggioranza di noi si richiede un’ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi di ciò che ci rende infelici. Il sistema nervoso non è un vuoto suono o un’invenzione. La nostra anima occupa un posto nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all’infinito. Boris Pasternak
Jacques Brel - La Chanson des Vieux Amants I contorni degli edifici divennero nitidi e chiari. Sapeva esattamente dov’era e chi era e che non c’era più nulla da fare se non continuare, come se nulla fosse successo. Ma anche mentre formulava questo proposito, gli tornò alla mente la luce del fuoco e sentì ancora il rombo del fiume. Nessuna visione si esauriva se non in qualcosa di vivido e nuovo, e non c’era nulla di nuovo per lui. L’amante e il fratello erano scomparsi, sostituiti da un ricordo di carne illividita, lenzuola aggrovigliate, violenza. Provando panico, pensò alla fuga. Sarebbe tornato in mare. Avrebbe cambiato il suo nome, i suoi ricordi, la sua vita. Andò verso ovest in direzione del porto. Sì, si sarebbe imbarcato di nuovo e avebbe conosciuto altra gente. Ricominciato. Poi, all’improvisso, fu sul molo, intorno a lui le navi silenziose. L’aria era fresca. Il mattino era vicino. Ai suoi piedi l’acqua si sollevava e si abbassava lentamente, gentilmente, come il respiro di un mostro enorme. Una volta di più fu sulla riva di un fiume, finalmene conscio che lo scopo dei fiumi è di sfociare nel mare. Niene cambia. Eppure nulla di ciò che è, potrà mai essere ciò che è stato. Rapito, guardò l’acqua frangersi fredda e scura contro l’isola di pietra. Presto sarebbe andato via. Gore Vidal
Palermo, Sicilia: la madre di Vincenzina Piazza, che, secondo quanto riportato, è stata uccisa dal suo fidanzato, si butta in ginocchio davanti ai giudici della corte d’assise di Palermo e grida: “Giustizia per mia figlia!” mentre si svolge il processo al presunto killer. L’imputato in questo processo, il contadino Vincenzo Comparetto, aveva appena ritirato la sua deposizione dove ammetteva di averla uccisa quando si è rifiutata di sposarlo a causa dei problemi di salute dell’uomo.
19/7/1965. (UPI PHOTO)
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