12 Aprile 1961 - York.
Quest'oggi mi sono recata alla fiera cittadina, e la mattinata è risultata piuttosto piacevole. Il sole era tiepido e non vi era neppur una nuvola in cielo, questo ha permesso anche a Mary di accompagnarmi. Mia moglie è sempre interessata agli abiti, perciò abbiamo fatto visita a tutti i miglior negozi della città. Siamo rimasti in attesa per tutto questo tempo, il ghiaccio e le neve aveva reso le strade pericolose perciò finalmente, abbiamo lasciato il nostro spicchio di terra. Il tragitto è durato poco più di un'ora con la carrozza e le vie erano piene di vita. Quando meno, una giornata via da casa mi ha permesso di tenermi lontano dalle voci della casa, dai suoi lamenti, dai suoi abitanti invisibili. Mary non si è mai accorta di nulla, di quanto questa dimora sia piena di storia e di storie da raccontare. E forse è meglio per lei, se ne spaventerebbe e dato le sue condizioni delicate non voglio che le accada nulla. Forse per l'inverno prossimo dovrei affittare una casa in città, se ne rallegrerebbe. Mi chiedo se sarà un maschio o una femmina ma non me ne importa, sarei comunque felice. Abbiamo comprato un abito rosso, bellissimo, fatto da Madame De Satin, una stilista francese che pare abbia lavorato in passato per una delle amanti di Napoleone. E’ vecchia ma ha buon gusto e la giusta esperienza. Le ho fatto questo dono e lei ne è stata entusiasta. La vizio, voglio solo il meglio per lei.
22 Agosto 1961, York Ne ho parlato con Reginald e penso sia anche lui dello stesso parere mentre Klaus mi ha accompagnato come al solito alla tenuta dei Lennon. Quello che accade in quella casa è un segreto che condivido solo con lui e sua sorella. Ma sono affidabili. Forse dovrei bruciare questo diario, ma tanto chi mai lo troverà? Se non la mia discendenza, ma quando sarà, tutto ormai sarà polvere cancellata dal tempo. E’ iniziato tutto per gioco e invece, adesso, guarda fin dove mi sono spinto? Non bisogna giocare con il fuoco e quello che è successo è solo colpa mia ma ormai ci sono troppo dentro e non posso tirarmi indietro. Ho due vite parallele e questo mi causa spesso grossi scompensi. Sono il nobile e sono l'altro uomo. Ma mi rendo conto che appartengono più a quell'altro. In lui mi sento più libero, mi sento davvero io privo di legami aristocratici, privo dei miei doveri, privo di una forzatura imposta dalla società. Sono davvero io. 12 Dicembre 1961, York Le ho preso un ciondolo, quando l'ho vista ho pensato che fosse per lei, perfetto. Non riesco a togliermela dalla testa, i suoi occhi azzurri, il sorriso malizioso. Se solo sapesse la verità, se solo sapesse chi sono. Forse non mi perdonerebbe mai il mio scherzo, la mia recita ma… che importa quando gli attimi che passiamo insieme sono così belli? L'amore ha dunque questa forma? Questo calore? Questa forza? Per lei farei qualsiasi cosa ma non posso, non ho diritti. La legge non è dalla mia e quel torbido uomo che lei chiama marito la tratta in quella maniera. Sono pieno di rabbia. Di rancore e Mary non sospetta nulla. Sono un vile se non l'amo ma non posso farci nulla, è un'altra che alberga nel mio cuore e solo lei sarà per sempre dentro di me. Reginald non è per nulla contento del mio operato, di come mi sto comportando e i rumori in casa si stanno facendo sempre più minacciosi.Non mi sento al sicuro, credo che ci sia qualcosa nascosto. Un segreto, una storia di cui io non sono a conoscenza. Gli ho interpellati fra le candele e la mirra, la voce oltre lo specchio mi ha parlato. Era basse e gutturale. Rancorosa. Mi ha parlato in una lingua che non conosco. Parlava e urlava un nome. Demien.