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A modo mio

@chi-va-piano-arriva-dopo / chi-va-piano-arriva-dopo.tumblr.com

Ogni risveglio dura pochi istanti, una manciata di attimi che sembrano eterni. Ti guardi intorno e realizzi che quello che stavi vivendo era un sogno talmente bello da sembrare quasi vero, poi, socchiudi gli occhi ed isoli la mente al fine di fuggire da tutti quei pensieri che contengono tracce di sentimento ed umanità da dimenticare; zittisci il cuore sperando di non provare più nulla e fingi di essere invincibile anche quando i ricordi hanno il potere di renderti fragile come la cartapesta.
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“E’ così sottile il confine tra silenzio e vuoto. Quando intorno a te nulla fa rumore, eppure senti qualcosa che ti opprime, che ti piega su te stessa, quando cominci a parlare ad alta voce per rompere quella spessa lastra di niente che occupa tutta la stanza. E' lì che il silenzio diventa solitudine. E' lì che il silenzio si trasforma in assenza. In cose che non ci sono e che occupano più spazio di quando ci sono.

— Tommaso Fusari, “Quello che non siamo diventati”.

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“Alcune persone sono più difficili di altre, da lasciare. Dipende da quello che ci danno, o semplicemente da come ci fanno sentire pur senza muovere un dito, semplicemente essendo se stesse. E' per questo che alcune persone diventano indimenticabili, loro malgrado.”

— Tommaso Fusari, “Quello che non siamo diventati”.

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“Ogni tanto le capitava di aggrapparsi a dei ricordi sbiaditi, che però ancora reggevano, si aggrappava a un sorriso che ora vedeva raramente, e con quel ricordo cercava di andare avanti, di resistere quando le cose si facevano complicate. E’ che certe persone ogni tanto si perdono per strada. E mentre le aspetti, le ricordi.”

— Tommaso Fusari, “Quello che non siamo diventati”.

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“... aveva sempre creduto che le cose importanti, le cose belle, fossero quelle che diciamo a bassa voce, sussurrando, per paura che qualcosa possa romperle. In un mondo in cui chiunque sa tutto di tutti, sono le cose dette a bassa voce quelle che rimangono solo nostre. E quindi, con un po' di fortuna, durano di più, per questo.”

- Tommaso Fusari, “Quello che non siamo diventati”.

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“Le paure mutano insieme a noi, diventano meno irrazionali e per questo anche più reali. Semplicemente non le chiamiamo più “mostri sotto il letto”. A volte le chiamiamo “ricordi”. Altre volte i nostri mostri sotto il letto non sono nient’altro che promesse non mantenute.”

Tommaso Fusari, “Tempi duri per i romantici”:

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“...certe volte perdersi diventa l’occasione unica ed imperdibile per ritrovarsi. Perché si possono dimenticare episodi, eventi, parole, canzoni ma mai le persone che ci hanno fatto del bene. Anche se poi non ce ne hanno fatto più. Possiamo ricordarle con rabbia, con odio, con sofferenza, anche con risentimento, purché le ricordiamo. Ogni tanto davanti ad un caffè, in una giornata nuvolosa o un minuto prima di addormentarci. E’ che certi amori, certi addii, vanno ricordati a prescindere.”

Tommaso Fusari, “Tempi duri per i romantici.”

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