“Si dice che il cuore è come la neve. Audace, silenzioso, capace di sciogliersi con un po’ di calore. Da dove vengo io ci credono in tanti. E’ il proverbio dei vecchi, dei bambini più piccoli, di quelli che brindano alla felicità. Ognuno di noi ha un cuore di neve, perché la purezza dei sentimenti lo rende terso e immacolato. Io non ci avevo mai creduto. Anche se lì ci ero cresciuta, anche se avevamo il ghiaccio intarsiato nelle ossa, non ero mai stata tipo da certe dicerie. La neve si adatta, è gentile, rispetta ogni spigolo. Ricopre senza deformare, ma il cuore no, il cuore pretende, il cuore urla, stride e s’impenna. Poi un giorno l’avevo capito. L’avevo capito come si capisce che il sole è una stella, o che il diamante è solo una roccia. Non conta quanto sembrino diversi. Conta quanto sono simili. Non importa se uno è freddo e l’altro è caldo. Non importa se uno stride e l’altro si adatta. Io avevo smesso di sentire la differenza. Avrei preferito non doverlo capire. Avrei voluto continuare a sbagliarmi. Ma nulla avrebbe riavvolto il tempo. Nulla mi avrebbe restituito ciò che avevo perso. Allora forse è vero, quello che dicono. Forse hanno ragione: il cuore è come la neve. Con un po’ di buio, diventa ghiaccio.”
— Erin Doom , “Nel modo in cui cade la neve”.
“Non era facile vivere nei ricordi. Non se stavi già vivendo qualcosa, come nella mia situazione. L’unico vantaggio di tormentarsi a quel modo fu quello di capire più a fondo i miei sentimenti. [...] Non so perché, ma mi sentii triste; prigioniero del sole e della notte, indifferente ai giorni.”
— Bernardo Zannoni, “I miei stupidi intenti”.
Matteo Bussola, “Il rosmarino non capisce l’inverno”.
“La gentilezza non è un sentimento. La gentilezza è una funzione indipendente. Una funzione superficiale, per la precisione. Una semplice abitudine, nulla a che fare con i sentimenti, con il cuore. Il cuore è qualcosa di più profondo, di più forte. E di più contraddittorio.”
— Haruki Murakami, “La fine del mondo e il paese delle meraviglie”.
“- Anche tu non riesci a capire bene cosa sia, il cuore? - Ogni tanto mi succede, - dissi. - Ci sono volte in cui riesco a capirlo solo dopo che è passato molto tempo, altre volte è troppo tardi. Nella maggior parte dei casi siamo costretti a prendere delle decisioni e ad agire quando non siamo ancora sicuri dei nostri sentimenti, il che disorienta noi stessi e gli altri. - A me sembra una cosa del tutto imperfetta, il cuore [...] - E' una cosa estremamente imperfetta. Però lascia delle tracce. E noi possiamo ritrovarle, seguirle. Come si seguono le impronte lasciate sulla neve. - E portano da qualche parte, quelle tracce? - A noi stessi, - risposi. - Così funziona il cuore. Se non ci fosse il cuore, si vagherebbe senza fine”.
— Haruki Murakami, “La fine del mondo e il paese delle meraviglie”.
“I sentimenti non conoscono evoluzioni. Non assomigliano alle rocce calcaree corrose e plasmate dalle intemperie, né ai tessuti vivi dei corpi che si sviluppano fino a una certa soglia e poi cominciano a invecchiare. Non hanno gradazioni, né misure. Siamo noi che abbiamo bisogno di raccontarli, e cerchiamo di comprimerli dentro una storia. Ma i sentimenti non hanno storia.”
— Silvia Avallone, “Marina Bellezza”.
“Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità, il cui senso è la nostra vita. Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un «racconto», e che questo racconto è noi stessi, la nostra identità. Se vogliamo sapere qualcosa di un uomo, chiediamo: «Qual è la sua storia, la sua storia vera, intima?», poichè ciascuno di noi è una biografia, una storia. Ognuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso di noi - attraverso le nostre percezioni, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni; e, non ultimo, il nostro discorso, i nostri racconti orali. Da un punto di vista biologico, fisiologico, noi non differiamo molto l’uno dall’altro; storicamente, come racconti, ognuno di noi è unico.”
— Oliver Sacks, “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.
“Tutto quello che ascolti, vedi e vivi quando sei piccolo non svanisce con il passare degli anni, anzi. La vita ti presenta il conto proprio quando meno te lo aspetti, quando cerchi di capire dove e perchè sbagli, tutto improvvisamente raffiora, in angoli impensabili, viene fuori. Anche se non ce ne rendiamo conto, anche se facciamo finta di aver superato certi momenti, in realtà torna tutto a galla prima o poi, torna tutto a bussare alla nostra porta. La mia non era una semplice porta, ma un portone blindato che tenevo chiuso, solo che alcune cose entravano e basta e lo facevano con la stessa prepotenza con la quale erano state cacciate via. Mio padre aveva dato solo il via a una catena composta da tanti anelli, ognuno dei quali aveva a che vedere con sentimenti negativi, di disprezzo e chiusura. C’è qualcosa di strano negli anni, nei pensieri che scorrono più o meno alla stessa velocità. C’è qualcosa di strano nella continuità di alcune cose e nella fine di altre. C’è qualcosa di strano quando pensi che sia tutto in ordine e invece poi ti accorgi che in ordine non c’è quasi niente, che probabilmente il disordine ti apparterrà a vita, che per quanto tu possa sistemare tutto, attento a dividere le azioni istintive da quelle razionali, i tuoi punti deboli da quelli di forza, i sogni dalle illusioni, la concretezza dalle utopie, c’è comunque disordine. Un disordine che somiglia alla fretta con la quale vuoi che tutto vada sempre come immagini, alla fretta di arrivare nel punto che ti prefiggi, ai risultati che speri, riuscendo a fare e avere tutto nei tempi che ti imponi ma che alla fine sfori sempre. C’è qualcosa di strano quando pensi di essere a posto con alcuni pensieri e invece poi tornano a bussare alla tua porta nel bel mezzo di una notte qualsiasi e allora rimetti tutto in discussione, le scelte fatte, la vita che hai lasciato scivolare via e quella che hai scelto di vivere, quei piccoli pezzi di esistenza che hai deciso di tenere con te per darti una chance. C’è qualcosa di strano quando credi di essere a posto con te stesso e invece poi arriva qualcuno a farti notare che hai ancora qualcosa da imparare, che pensavi di aver capito tutto e invece ancora una volta non hai capito niente.”
— Claudia Venuti, “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”.
“Le persone costruiscono muri. Alti, insormontabili, alquanto appariscenti, poco eleganti. Masse di cemento verticale; nulla li attraversa. E ci lasciano dietro ogni cosa; sentimenti, vergogne, verità. Rappresentano la propria fortezza personale contro i giorni che passano.”
— Anna Faiola, “Arriverà anche domani”.
“L’acqua cade dall’alto al basso, è la forza di gravità. Anche le emozioni forse agiscono secondo la stessa legge. Di fronte a una persona con cui si ha un legame profondo e a cui si sono rivelati i propri sentimenti, è difficile mentire e lasciar perdere. La verità vuole uscire a tutti i costi, soprattutto quando si cerca di occultare la tristezza o la fragilità. È molto più facile nascondere la tristezza ad un estraneo, o a qualcuno di cui non ci si fida.”
— Toshikazu Kawaguchi, “Finchè il caffè è caldo”.
“Tutti i ricordi che si riferiscono alle persone con cui abbiamo condiviso dei sentimenti sono dolorosi. O perché le amavamo e non possiamo più farlo, o perché ci stavano sui coglioni e ne conserviamo comunque una memoria molesta…”
— Fabrizio De André, Alessandro Gennari, “Un destino ridicolo”.
“... penso che i sentimenti sono degli inquilini che ci abitano quasi a tradimento. Degli abusivi che sfondano le porte o entrano dalle finestre senza essere invitati, senza chiedere permesso. E quelli che invece abbiamo accolto con piacere o trepidazione fiduciosa, a un certo momento cominciano a mutare, ma con variazioni così impercettibili che noi ce ne accorgiamo soltanto dopo, quando si sono trasformati in qualcos’altro, se non nel loro opposto.”
— Margherita Oggero, “Qualcosa da tenere per sé”.
"Non so. A volte non mi conosco, non so misurare, elencare, calcolare i granelli che fanno di me quello che sono.”
— Virginia Woolf, “Le onde”.
“Gli uomini attribuiscono troppo peso alle emozioni, confondendole con i sentimenti. Le emozioni servono a ricordarti in ogni momento il colore dei tuoi pensieri, ma hanno una natura violenta e breve. Per questo ti lasciano sempre insoddisfatto, alimentando rimpianti e nostalgie. I sentimenti invece sono un mare profondo e stabile, che evapora solo quando diventa stagnante.”
― Massimo Gramellini, “L'ultima riga delle favole”.
Joël Dicker, “La verità sul caso Harry Quebert”.
"Il silenzio è entrato a far parte della mia vita. Senza contatti con il mondo esterno, solo con me e con i miei pensieri, sono stato costretto a riprendere alcune riflessioni. E ancor peggio, a meditare sui miei sentimenti. [..] Non ci sono posti in cui ci si può nascondere. Le piccole bugie e le mezze verità quotidiane che ci raccontiamo nel mondo civilizzato, viste da lontano appaiono totalmente prive di senso.”
— Erling Kagge, “Il silenzio. Uno spazio dell’anima”.