"Sono come i sogni, i ricordi: mai del tutto decifrabili, sedie zoppe che non riesci a far star dritte senza qualche piccolo rincalzo."
— Carmen Verde, "Una minima infelicità".
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"Sono come i sogni, i ricordi: mai del tutto decifrabili, sedie zoppe che non riesci a far star dritte senza qualche piccolo rincalzo."
— Carmen Verde, "Una minima infelicità".
“Non era facile vivere nei ricordi. Non se stavi già vivendo qualcosa, come nella mia situazione. L’unico vantaggio di tormentarsi a quel modo fu quello di capire più a fondo i miei sentimenti. [...] Non so perché, ma mi sentii triste; prigioniero del sole e della notte, indifferente ai giorni.”
— Bernardo Zannoni, “I miei stupidi intenti”.
“Ogni tanto le capitava di aggrapparsi a dei ricordi sbiaditi, che però ancora reggevano, si aggrappava a un sorriso che ora vedeva raramente, e con quel ricordo cercava di andare avanti, di resistere quando le cose si facevano complicate. E’ che certe persone ogni tanto si perdono per strada. E mentre le aspetti, le ricordi.”
— Tommaso Fusari, “Quello che non siamo diventati”.
Jostein Gaarder, “Semplicemente perfetto”.
“Il tempo, inevitabilmente, si porta via molte cose. Alcune sbiadiscono, altre vengono smarrite lungo la strada [..] I ricordi si confondono, i contorni sempre meno nitidi, opachi, polverosi. Le immagini si disperdono come foglie secche spazzate dal tempo. Voci, suoni e volti divenuti, ormai, null’altro che ombre appartenenti a un passato impossibile da recuperare. La mente, ora l’ho capito, è destinata a dimenticare. A lasciare andare. Non il cuore. Ciò che esso ricorda, non può essere cancellato. E, come un grande illuso, esso rifiuta l’abitudine, l’assuefazione alla mancanza di ciò che non può smettere di desiderare.”
- Francesca Diotallevi, “Le stanze buie”.
“La nostalgia ci seduce, ci costa separarci dai ricordi perché pensiamo che i ricordi siano realmente dei momenti felici, però non lo sono, e quello che faremo domani ci obbliga a pensare al presente, non al passato.”
Giorgio Faletti, “L’ospite”.
Daniel Mendelsohn, “Un’Odissea. Un padre, un figlio e un’epopea.”
“Tutti i ricordi che si riferiscono alle persone con cui abbiamo condiviso dei sentimenti sono dolorosi. O perché le amavamo e non possiamo più farlo, o perché ci stavano sui coglioni e ne conserviamo comunque una memoria molesta…”
— Fabrizio De André, Alessandro Gennari, “Un destino ridicolo”.
“Le paure mutano insieme a noi, diventano meno irrazionali e per questo anche più reali. Semplicemente non le chiamiamo più “mostri sotto il letto”. A volte le chiamiamo “ricordi”. Altre volte i nostri mostri sotto il letto non sono nient’altro che promesse non mantenute.”
— Tommaso Fusari, “Tempi duri per i romantici”:
Eugenio Montale, “Non recidere, forbice, quel volto”.
“Il passato è più facile da leggere: uno si volta all’indietro e, potendo, dà un’occhiata. E poi, sia come sia, esso rimane sempre impigliato da qualche parte, magari a brandelli. A volte bastano soltanto l’olfatto e le papille gustative, è notorio: lo sappiamo da certi romanzi, anche belli. Oppure un ricordo, quale che sia: un oggetto visto nell’infanzia, un bottone ritrovato in un cassetto, che so, una persona che essendo un’altra te ne ricorda un’altra, un vecchio biglietto del tram.”
— Antonio Tabucchi. “Si sta facendo sempre più tardi”.
”Invecchiano i ricordi, i sogni, le parole scritte e pronunciate. Invecchiano gli amori. Invecchia la riva del mare, che si ritrae con i contorni della costa; invecchia il greto del fiume, il profilo delle montagne, che cambia di stagione in stagione. E invecchia il cielo, perché perde le sue stelle. Perché questo è il potere del tempo: cambiare i volti, trasformare l’amore in abitudine, sfumare i ricordi, distruggere i sogni, scolpire la pietra, inghiottire il mare e far morire le stelle.”
— Salvatore Basile, “Lo strano viaggio di un oggetto smarrito”.
Paolo Cognetti, “Le otto montagne”.
“Andare a caccia di ricordi non è mai un bell'affare. Qualunque cosa trovi sulla tua strada, rimane in ogni caso un nulla di fatto. Quelli belli non li puoi più catturare e quelli brutti non li puoi uccidere.”
— Giorgio Faletti, “Io sono Dio”.
“Su una curva lungo il viaggio dei tuoi giorni capirai che la versione dei ricordi è polvere sul cuore da soffiare via.
E a ciascuno la sua scelta la risposta ai suoi perché perché adesso ognuno gioca per sé e ciascuno dallo specchio ascolta la sua verità purché resti muta l’altra metà.”
— Francesco Gabbani, “La mia versione dei ricordi”.
“Perché nella mia notte insonne torna la rabbia? Perché il fiume dei ricordi non scorre, ma si ferma in pozze profonde, in cui di nuovo annego? E’ bastato tornare in quel luogo e una luce spietata si è accesa, nel teatro della mia memoria. Bisogna andare avanti, dicono quelli che credono di sapere cos’è la vita. Io dico: bisogna tornare indietro, per capire come, quanto e fino a quando abbiamo amato. Questo riempirà di nuovo la nostra piccola testa di delirio e furore. Allora qualcuno ci spiegherà che siamo pazzi e dirà: raccontaci, così capiremo perché. Io rispondo: non c’è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male.”
— Stefano Benni, “Prendiluna”.