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A modo mio

@chi-va-piano-arriva-dopo / chi-va-piano-arriva-dopo.tumblr.com

Ogni risveglio dura pochi istanti, una manciata di attimi che sembrano eterni. Ti guardi intorno e realizzi che quello che stavi vivendo era un sogno talmente bello da sembrare quasi vero, poi, socchiudi gli occhi ed isoli la mente al fine di fuggire da tutti quei pensieri che contengono tracce di sentimento ed umanità da dimenticare; zittisci il cuore sperando di non provare più nulla e fingi di essere invincibile anche quando i ricordi hanno il potere di renderti fragile come la cartapesta.
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“Dal mio zaino di viaggio ideale vorrei scaricare tutti i pesi inutili, per tenere solo ciò che ho di leggero, utile e importante, per lasciare tanto spazio alle cose nuove che sicuramente verranno. Così dovrei fare anche con la mia vita. Scelgo quindi di portare con me la prudenza, ma non le paure. L'apertura mentale, non il pregiudizio. L'entusiasmo, ma non le illusioni. Il coraggio, non l'incoscienza. Porto sicuramente i desideri, la passione e tutti i miei sogni, ma lascio i pesi del passato a casa. Le mie convinzioni, le mie idee e i miei progetti, non le aspettative altrui. Il silenzio, non il rumore. L'amore, non la diffidenza. Se la vita è un viaggio, allora è decisamente meglio viaggiare leggeri.”

Francesco Grandis, "Sulla strada giusta".

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Ci aveva provato, a lasciarsi tutto alle spalle, per fare della solitudine una corazza con cui difendersi dal mondo. Ma era una corazza imperfetta, in cui si aprivano di continuo crepe e fenditure; una corazza che aveva il peso gravoso di un'armatura di piombo e la consistenza fragile del vetro.

Francesca Diotallevi, “Dai tuoi occhi solamente”.

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“Perché è il sogno, proprio il sogno, la montagna più alta da scalare, l’abisso più profondo da esplorare. Il sogno, dove non avrete difese, dove la ragione non vi sarà d’aiuto. Il sogno dove tutto è possibile e impossibile; dove volerete alto nei cieli, ma sarete anche feriti dal petalo di un fiore. Il sogno, dove camminerete schiacciati dal peso di un amore, dove non avrete il futuro cui appoggiarvi per sfuggire al passato.

Maurizio De Giovanni, “Rondini d’inverno”.

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“Gli uomini attribuiscono troppo peso alle emozioni, confondendole con i sentimenti. Le emozioni servono a ricordarti in ogni momento il colore dei tuoi pensieri, ma hanno una natura violenta e breve. Per questo ti lasciano sempre insoddisfatto, alimentando rimpianti e nostalgie. I sentimenti invece sono un mare profondo e stabile, che evapora solo quando diventa stagnante.” 

―  Massimo Gramellini, “L'ultima riga delle favole”.    

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“Vogliamo dei libri necessari, libri che si possano leggere all’indomani di un funerale quando per il troppo pianto non ci sono più lacrime, quando non ci si regge più in piedi, inceneriti dal dolore; libri che siano come parenti stretti dopo aver messo a posto la camera del figlio morto, dopo aver ricopiato i suoi diari per averli sempre con sé, dopo aver respirato mille volte i suoi vestiti nell’armadio, quando non c’è altro da fare; libri per le notti in cui, malgrado lo sfinimento, non si riesce a dormire e si desidera solo liberarsi delle visioni ossessive; libri che abbiano un peso e che non vengano abbandonati. Vogliamo libri scritti per noi che dubitiamo di tutto, che piangiamo per un niente, che sobbalziamo per un ogni minimo rumore alle spalle. Vogliamo libri che al loro autore siano costati molto, libri in cui si siano depositati i suoi anni di lavoro, il suo mal di schiena, i suoi punti morti, qualche volta il suo panico all’idea di perdersi, il suo scoraggiamento, il suo coraggio, la sua angoscia, la sua tenacia, il rischio che si è assunto di sbagliare. Vogliamo libri splendidi che ci tuffino nello splendore del reale e li’ ci tengano avvinti; libri che ci provino come l’amore sia all’opera nel mondo accanto al male e totalmente contro di lui, anche se talvolta non si capisce, e che lo sia sempre, tanto quanto il dolore lacererà sempre i nostri cuori. Vogliamo libri che non ignorino niente della tragedia umana, niente delle meraviglie quotidiane, libri che ci facciano tornare l’aria nei polmoni. Non vogliamo altro.” 

— Laurence Cossé, “La libreria del buon romanzo”.

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“È sempre così difficile giudicare il senso di quel che ci capita nel momento in cui ci capita e bisognerebbe imparare, una volta per tutte, a dare meno peso a quella distinzione – bene o male, piacere o dispiacere – visto che il giudizio cambia col tempo e spesso il giudizio stesso finisce per non avere alcuno valore.”

Tiziano Terzani, “Un altro giro di giostra”.

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Il disfarmi della valigia doveva essere la prima condizione per ristabilire la situazione di prima: di prima che succedesse tutto quello che è successo in seguito. Questo intendo quando dico che vorrei risalire il corso del tempo: vorrei cancellare le conseguenze di certi avvenimenti e restaurare la condizione iniziale. Ma ogni momento della mia vita porta con sé un'accumulazione di fatti nuovi e ognuno di questi fatti nuovi porta con sé le sue conseguenze, cosicché più cerco di tornare al momento zero da cui sono partito più me ne allontano.

Italo Calvino, ”Se una notte d’inverno un viaggiatore”.

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