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A modo mio

@chi-va-piano-arriva-dopo / chi-va-piano-arriva-dopo.tumblr.com

Ogni risveglio dura pochi istanti, una manciata di attimi che sembrano eterni. Ti guardi intorno e realizzi che quello che stavi vivendo era un sogno talmente bello da sembrare quasi vero, poi, socchiudi gli occhi ed isoli la mente al fine di fuggire da tutti quei pensieri che contengono tracce di sentimento ed umanità da dimenticare; zittisci il cuore sperando di non provare più nulla e fingi di essere invincibile anche quando i ricordi hanno il potere di renderti fragile come la cartapesta.
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“Il mare è una lingua antica che ci parla. E le sue parole sono la mappa da decifrare. Non ha fine, ma infiniti inizi che si chiamano orizzonti. Conosce l’arte dell’incanto, dello stupore, della paura, dell’impazienza e dell’attesa. Inghiotte navi, offre doni, sorprende in porti che non compaiono sulle carte tracciate da altri che non siamo noi. È dolce di onde e crudele di tempeste; la sua acqua è salata come il sudore della fatica, come le lacrime del tanto ridere, come il pianto del troppo dolore.”

- Andrea Marcolongo, “La misura eroica”.

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“Finisce che si sorridono. A distanza. Come se si fossero persino un poco intesi. Come se fossero due isole lontane che si accorgono, per l'istante di un'onda, d'esser dentro uno stesso azzurro. E che sia il mare o il cielo, per quell'istante, non conta niente."

Alessandro Barbaglia, “La locanda dell’ultima solitudine”.

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