“Alzo gli occhi dalla pagina e penso che le traiettorie del destino sono imponderabili. Che quasi sicuramente portano al disastro, eppure noi viaggiamo tranquilli, convinti della meta e del suo inevitabile manifestarsi alla fine del viaggio. E penso alle persone, ai pensieri, agli effetti personali. Tutti sparsi alla rinfusa e schiacciati da una forza soverchiante, che sbatte, scuote, dilania e ti rovescia. Penso allo sconquasso e quasi mi pare sia quello del mio cuore. Perché ti penso e altro sostantivo non riesco a immaginare.”
— Graziano Cesari, “Planimetria sentimentale del disastro”.