Fiaba della notte buia con le parole volgari.
C’era una volta una notte buia e infinita.
Era una notte così infinita e buia che tutti coloro che vi si addentravano ci si perdevano dentro e non riuscivano a uscirne più.
Rimanevano lì seduti sul marciapiede nel buio infinito e nell’infinita solitudine e anche nel freddo porco, perché era pure fredda, oltre che buia e infinita.
Se cercavi parcheggio là dentro, puoi scommetterci il culo che non lo trovavi neanche a bestemmiare in cinese.
Se poi ti veniva in mente di fare una telefonata, potevi attaccarti al cazzo: non c’era campo in quella fottuta notte buia, infinita e freddissima.
Insomma, era un posto davvero di merda e se non ci siete mai finiti dentro meglio per voi.
FINE
— Guido Catalano, “Fiabe per adulti consenzienti.”