Recentemente ho collaborato con l’Amministrazione Comunale della mia città come direttore artistico per diversi eventi incentrati sull'arte di strada nelle sue varie forme. In passato, ho svolto un ruolo simile in modo più informale, quasi da volontario, tra associazioni e Pro Loco, come è avvenuto negli ultimi nove anni della mia vita dopo aver lasciato un lavoro che non mi dava nulla. Le esperienze più gratificanti, soddisfacenti e istruttive derivano da questa scelta che ho abbracciato in una calda giornata di luglio del 2015. Sono convinto che se certi eventi non avessero stravolto il corso della mia esistenza, non avrei avuto l'opportunità di vivere molte delle esperienze che oggi mi hanno plasmato. Dopo la realizzazione di numerosi piccoli e grandi eventi, finalmente ho sottoscritto il mio primo contratto come direttore artistico -cioè, c’è scritto proprio direttore artistico - un traguardo che mi riempie di gioia. Ancora più significativo però è che tutto ciò è stato raggiunto senza frequentare istituti di formazione formale, master o corsi legati al settore culturale. Ho scelto di imparare al di fuori degli schemi accademici e, forse più di tutto, è questo che mi rende pieno di soddisfazione. La costanza non solo è una virtù imprescindibile ma anche estremamente significativa.
Questo strano - e quasi defunto - posto sarebbe dovuto sparire il mese scorso. Lo avevo pronosticato qualche anno fa. Lo avrei bruciato come facciamo coi pezzi di carta, tutti in cerchio, durante un incontro di piro-poesia in spiaggia o dentro casa di Thilina. Puff! Dieci anni carbonizzati. Lo avrei chiuso il 28 maggio. Invece non ci riesco perché sono un debole. È incredibile come molte situazioni continuino a mescolarsi tra passato e presente, tra persone e addetti alla nostalgia, e non lo immaginavo neanche che sarei così fortemente cambiato in dieci anni, ma ho sempre saputo di aver il coraggio per non dimenticare chi sono stato e chi non sarò mai. Addirittura ho letto per un centinaio di persone le poemie. Quelle robe extrasensoriali e post 2055 che sono nate nelle montagne e qui dentro molto tempo fa. Quelle parole in verticale composte da frattaglie, abbandoni e carezze terapeutiche. Quelle fottute e bellissime metriche, lette fino a qualche settimana fa solamente a quattro - importanti - persone in croce. Quelle minchiate scritte così, perché mi piacevano Gianluca Bernardo, alcuni occhi, Bruno Galluccio, della cute e tantissime altre entità e luoghi e labbra in cui orbitavo e orbito. È stato qui subito dopo l’invito di Mario che le ho ritrovate tutte. E sono veramente così tante le porzioni di esistenza dentro questo blog che certe volte ho malinconia di alcune. Mi pare corretto provarla. È rispettoso. Un gesto purtroppo non comune nella normalità di questa realtà iper frenetica e impegnativa, in cui spesso ci dimentichiamo di fermarci, chiudere gli occhi ed apprezzarci senza odiare a largo raggio.
Prima di andare al mare mi chiama l'azienda a cui ho commissionato delle stampe su forex (per la primissima mostra personale [cioè solo io!!!!!] di @alphatelescopii) e mi dice che mi costerà tutto 170€. Undici pannelli di forex 170€! Ho confermato l'ordine ed ora sento di aver fatto un passo in avanti in questo mondo di felici poveracci.
Fanculo l'ernia lombare raghi. Dopo un anno oggi sono tornato al campetto!
Oggi mentre ti leggevo Celan a Villa Dante sdraiati sull'erba, un merlo è arrivato vicinissimo a noi e mi fissava: e io adoro così tanto questi momenti fatti di dettagli che, in quei quindici secondi mentre leggevo, guardavo te e il merlo e sentivo l'odore dell'erba schiacciata, in quei quindici veri e veloci secondi mi è parso di essere puramente felice.
Ieri in piazza del Parlamento eravamo non so quanti, perché col distanziamento fisico è difficile poter estrapolare un vero e proprio numero, c'era anche un modesto via vai, e in realtà il numero oggi non era fondamentale come forse non dovrebbe mai esserlo.
Ieri a Palermo c'erano i Siciliani che non dimenticano, c'erano quelli che urlavano contro lo pseudo Presidente (marionetta) Musumeci e contro una Lega ladrona ed inconsistente, c'erano tutte le fasce d'età e orgogliosamente molti erano giovani.
Le bandiere sventolavano, le pentole rumoreggiavano e le voci erano sicure, alte e acute, un coro unanime che non accetta di stare zitto a far finta che nulla sia essenziale, come la presenza di ognuno di noi.
Il 2 Giugno veniteci a Palermo.
Così, giusto per non fargli fare il cazzo che vogliono come sempre.
Se vi interessasse da Messina stiamo organizzando i pullman.
Mi piace un sacco come le persone siano predisposte all'esasperazione tutta negativa.
Ad esempio questa mattina c'era un tempo pessimo, grigio e lamposo, perciò le persone con cui sarei dovuto andare a mare si sono subito ribordate, come se potesse da un momento all'altro arrivare dell'acido solforico dal cielo.
Ora ci sono 32 gradi e c'è il sole, il mare è caldo e pulito, in spiaggia c'è il 60% di persone in meno del classico giorno non lavorativo estivo.
Io ti leggo Raboni, mentre la sabbia si attacca ad ogni zona possibile del corpo, impastato da una crema protettiva che anni fa non sapevamo nemmeno cosa fosse, tu mangi pesche, mi imbocchi le pesche, ascolti e sorridi.
Oggi ti sei fidata di questo stupidiota che, incredibilmente, ha cambiato la predisposizione alla negatività nuovamente in sognante.
Il risultato è fare scelte diverse da quelle che avrei fatto mesi e mesi fa.
E si sta bene.
le insegne intermittenti degli ip. tu che arrivi tra i pullman costosi e gli autobus sfasciati di cavallotti. teniamo le nuvole e le mani tra le mani e piove dai palmi. i ramoscelli rotti incastrati tra le estremità delle orecchie. le targhe delle macchine ci ricordano le date peggiori. e come de andré due errori ho commesso, due errori di saggezza. le posate di legno. free plastic. gli aborti spensierati. i cibi surgelati e la tua fica incandescente. le ossa che si sgretolano. le giornate festose che muori dentro. e faremo ogni giorno convegni che interessano nemmeno l'uno per cento della città. i raggi hev deturpatori di cute. i tuoi capelli un po' castani un po' rossi un po' bianchi. la gente giusta nei momenti sbagliati. soprattutto nelle cene sbagliate. le dediche singhiozzanti per le madri. i gatti investiti negli incroci e i piccioni squarciati dalle lamiere delle baracche. marco e chiara sono delle persone stupende. questo sentirsi un giorno dei falliti e l'altro degli avengers. mentre a rino gaetano sfioriranno per sempre le viole. i pollini spezzano le vene della sclera. le tue risposte di merda che mi aprono in due la bocca dell'anima e il muro dove sono poggiato in questo casolare sperduto sui peloritani innevati a maggio. la criminalità troppo organizzata. i trichechi del polo nord che precipitano delle rupi. gli innamoramenti durante i viaggi. ti strappo i leggins come se ti stessi liberando da una schiavitù. le seghe nelle aree per cani. le seghe nei bar di villani. le seghe e le nostre scopate troppo sudate sui divani. la maleducazione incomprensibile. gli occhi che si cercano sulle scalinate dell'istituto basile. i nostri non luoghi. la logica della felicità breve. le supercazzole dei sociologi. la luna piena sdoppiata nelle pupille. tu che vieni sempre prima. ti amo e non ti amo. ti odio pure. i viaggi e i figli che non faremo mai insieme. i pride utili per l'incasso di qualche lobby. le finte attiviste a convenienza. i piercing di domiziana. il buio sole disinfesta gli alberi. la smania di voler fare l'eremita. i versi di balestrini dentro al municipio. questa maledetta sensazione di non sentirsi mai capito. gli odori fortissimi di salina. il buio di salina. mangiarci le ciliegie e le lingue a salina. i nodi dei polpastrelli. il mio cane lavato ogni due anni. dal pelo cascano giù le stagioni per finire nello scarico fognario. sulle rughe si bloccano le stagioni per finire nel nostro male impostato annuario.