Adriano Padua mi sta accompagnando con la sua raccolta per tutto il mese di novembre. Ogni volta che sento il bisogno di conforto, apro il libro e trovo rassicurazione nelle sue poesie, disposte orizzontalmente come i vestiti stesi ad asciugare sui balconi che mi fanno sempre sorridere. Sto realizzando che mi piacerebbe vivere in Veneto, visto che per cinque giorni che ci sono stato ho notato molte biciclette, avvertito un grande “silenzio” e rivedere Luca in una quotidianità differente da quella estiva mi ha galvanizzato. Vorrei capire perché da mesi mi sento solo, anche se in realtà non lo sono quasi mai, a meno che non lo scelga. Grazia è stata contattata da una casa editrice che desidera pubblicare una delle sue raccolte e mi ha già chiesto di occuparmi delle presentazioni e delle modalità, dato che l'ho letteralmente spinta a inviare le sue opere. Tra due mesi, mia nonna compirà ottantasei anni e la mia più grande angoscia nella vita è legata al pensiero di perderla relativamente tra poco.
Quando in un giorno X alle 12:00 ti trovi inspiegabilmente senza impegni, non sentirti obbligato a riempire quel tempo. Non è una tragedia. Non è necessario occupare ogni istante, possiamo anche apprezzare il passare del tempo guardando semplicemente le nuvole, come stavo facendo felicemente fino a due minuti fa.
Il rovescio della medaglia nel redigere contenuti per varie associazioni, gruppi, locali e centri culturali è che non riesco più a scrivere nient'altro. Detesto anche solo l'idea di digitare su una tastiera o di usare una penna. Ciò che mi consola è che, come tutto, questa è solo una frazione della vita. Tuttavia, mi rattrista il pensiero che alcune dinamiche svaniranno come se non fossero mai esistite, proprio perché non sono state scritte. Scrivere, oltre a essere un ottimo esercizio per la mente, rappresenta anche uno stimolo concettuale ed evolutivo del testo. Quindi, in un certo senso, mi manca esplorare e tirare fuori la sostanza che si forma in base alle esperienze che vivo.
Con un delicato vento, le foglie iniziano a staccarsi dagli alberi e mi piace osservarle, poiché ognuna di esse mi ricorda ciò che cade: le stelle, la pioggia e noi
leggo poesie di quel poveraccio suicida di Mets: scrive di tragiche scelte che compromettono del tutto la maniera di amare e di percepire l’amore. Mets mi prende per mano per portarmi dentro la stanza dei miei traumi insuperabili. Mets vuole aiutarmi. Mets probabilmente è arrivato a me per questo motivo.
Il tempo vola via come un falco pellegrino in picchiata, e per questo sembra che da giugno fino ad ora non sia davvero trascorso il tempo che è passato.
Recentemente ho collaborato con l’Amministrazione Comunale della mia città come direttore artistico per diversi eventi incentrati sull'arte di strada nelle sue varie forme. In passato, ho svolto un ruolo simile in modo più informale, quasi da volontario, tra associazioni e Pro Loco, come è avvenuto negli ultimi nove anni della mia vita dopo aver lasciato un lavoro che non mi dava nulla. Le esperienze più gratificanti, soddisfacenti e istruttive derivano da questa scelta che ho abbracciato in una calda giornata di luglio del 2015. Sono convinto che se certi eventi non avessero stravolto il corso della mia esistenza, non avrei avuto l'opportunità di vivere molte delle esperienze che oggi mi hanno plasmato. Dopo la realizzazione di numerosi piccoli e grandi eventi, finalmente ho sottoscritto il mio primo contratto come direttore artistico -cioè, c’è scritto proprio direttore artistico - un traguardo che mi riempie di gioia. Ancora più significativo però è che tutto ciò è stato raggiunto senza frequentare istituti di formazione formale, master o corsi legati al settore culturale. Ho scelto di imparare al di fuori degli schemi accademici e, forse più di tutto, è questo che mi rende pieno di soddisfazione. La costanza non solo è una virtù imprescindibile ma anche estremamente significativa.